"Nobody expects the Spanish Inquisition!"

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Camilla, Daniele, Cecilia

martedì 22 luglio 2008

Il QCER, esempio di politica linguistica europea.

Dopo aver parlato di tecniche didattiche, esaminato alcuni aspetti dell'interculturalità e cercato di approfondire un pò meglio tutto ciò che riguarda la comunicazione in italiano L2, abbiamo deciso di offrivi una specie di sintesi di tutto ciò, parlandovi di un importante documento ufficiale e fondamentale per l'apprendimento e la comunicazione in una nuova lingua: il QCER o, per i profani, il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.
Il QCER è il risultato di dieci anni di ricerca condotta da esperti di linguistica applicata e pedagogia insieme a docenti e studenti degli stati membri del Consiglio d’Europa.
Nel 2001 – Anno Europeo delle Lingue – è stata pubblicata la versione definitiva in inglese e in francese. La traduzione italiana, "Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione", validata dal Consiglio d'Europa, è stata pubblicata l’anno successivo (2002), in esclusiva per l'Italia da RCS Scuola S.p.A., La Nuova Italia - Oxford University Press.

Il QCER nasce all’interno di un progetto generale di politica linguistica del Consiglio d’Europa che pone l’attenzione sulla formazione dei futuri cittadini europei con particolare interesse alla capacità di adattarsi con flessibilità ai cambiamenti della società cognitiva e alla capacità di gestire il proprio processo d’apprendimento durante tutto l’arco della vita.

Il documento suggerisce una linea comune nell’apprendimento/insegnamento delle lingue in ambito europeo adottando un approccio orientato all’azione e mettendo in rilievo il processo di apprendimento in tutta la sua complessità, dal punto di vista cognitivo, socio-culturale, socio-affettivo e meta-cognitivo. Gli obiettivi sono facilitare la mobilità in campo educativo e lavorativo, aumentare lo scambio di informazioni e favorire la tolleranza e la comprensione tra i cittadini europei.
In questo contesto l’aspetto più innovativo del documento è la competenza plurilingue e pluriculturale, cioè lo sviluppo di competenze linguistiche e culturali trasversali comuni, tra la lingua materna e le lingue straniere che si studiano e la competenza linguistico-comunicativa, competenza che mira a considerare il processo linguistico in funzione dei bisogni comunicativi della persona attraverso la costruzione di una rete di strategie comunicative che permettono all’apprendente di realizzare appieno il proprio ruolo sociale, assolvere agli aspetti pratici del vivere quotidiano ed interagire con gli altri individui.
Per questo motivo, il QCER privilegia un approccio pragmatico-comunicativo basato sulla realizzazione di compiti in situazioni concrete della vita quotidiana all’interno di quattro domini: personale, pubblico, professionale ed educativo (a seconda dell’età e della funzione sociale dell’apprendente) e focalizza il concetto di competenza generale su quattro aspetti che si completano :

  • Sapere (conoscenze e contenuti);
  • Saper essere ( convinzioni, atteggiamenti e stili nell’apprendimento);
  • Saper fare (svolgere compiti concreti della vita quotidiana);
  • Saper apprendere (consapevolezza strategie d’apprendimento).

Un altro aspetto innovativo riguarda un sistema di livelli comuni di competenza da usare per la progettazione di corsi, la realizzazione di manuali, la pianificazione di curricula o la programmazione didattica. All’nterno di ogni livello di competenza troviamo delle scale di descrittori formulati in termini positivi e orientati all’utente : è in grado di …….

Livello elementare

A1

Contatto

A2

Sopravvivenza

Livello intermedio

B1

Soglia

B2

Progresso

Livello avanzato

C1

Efficacia

C2

Padronanaza

Oltre a dedicare un capitolo alla valutazione degli apprendimenti linguistici, nel documento si dà un ruolo importante al concetto di autovalutazione attraverso un percorso meta-cognitivo che aiuta lo studente durante l’apprendimento ad essere consapevole, a saper sfruttare esperienze cognitive e personali nel processo di apprendimento, a identificare problemi e ipotizzare soluzioni possibili, a pianificare bisogni e a selezionare strategie per eseguire un compito.
In questo modo l’apprendente diventa “attore” nel processo d’apprendimento che va anche al di fuori dell’ambito scolastico e che continuerà per tutto l’arco della vita.

Durante il master e le nostre attività di tirocinio, abbiamo spesso fatto uso del QCER: esso, infatti, si è rivelato uno strumento prezioso e, non a caso visto il suo nome, un riferimento utilissimo poichè ci ha aiutato, soprattutto all'inizio, a preparare adeguatamente le lezioni che dovevamo svolgere e a ricercare materiali didattici appropriati da sottoporre ai nostri alunni.

Camilla, Daniele, Cecilia

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